Da domani, venerdì 27 dicembre, i versanti orientali della nostra penisola inizieranno a risentire degli effetti di una massa d’aria fredda in arrivo dalla penisola balcanica che raggiungerà l’apice della sua intensità tra sabato 28 e domenica 29 dicembre.
Come abbiamo scritto nell’analisi di ieri, si tratta di un’irruzione che nasce alle latitudini artiche e che verrà veicolata verso l’Europa centrale e sud-orientale dalla posizione assunta da un vasto campo anticiclonico, in fase di espansione lungo i meridiani fino a lambire quanto basta la penisola scandinava per innescare il flusso settentrionale che giungerà fino a noi.
La mappa relativa alla previsione della temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri) per il primo pomeriggio di sabato 28 dicembre mostra il nostro continente diviso a metà, con i meridiani passanti per l’Italia a fare da linee di confine tra la circolazione di aria calda in risalita lungo il bordo occidentale del campo anticiclonico e quella fredda in discesa lungo il bordo orientale.
Nel giudicare questa irruzione a scala continentale, però, non dobbiamo farci influenzare dai valori termici assoluti che saranno raggiunti perché, per quanto sia vero che per esempio sulla Russia temperature di -8/-10 °C a 850 hPa lascino intendere condizioni invernali, è il confronto rispetto ai valori medi climatologici di riferimento a far comprendere l’entità del freddo in arrivo: scopriamo così che sulla Russia l’entità del raffreddamento sarà tale da riportare le temperature nelle medie del periodo, tenendo conto come base il trentennio 1981-2010.
Vale a dire che in Russia sarebbe normale, a fine dicembre, avere quelle temperature.