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Scritto da Andrea Corigliano Domenica 10 Novembre 2019 21:00

ALCUNE ANNOTAZIONI DI BUONA METEOROLOGIA IN VISTA DELLE PREVISIONI INVERNALI

I binari da seguire nell'evoluzione meteoQuando la stagione fredda svolge appieno il proprio compito non è insolito che la nostra penisola venga interessata da ondate di freddo più o meno intense provenienti dalle latitudini settentrionali che spaziano dal Nord Atlantico alla Russia. La fenomenologia a carattere freddo, cioè gli eventi atmosferici legati a questo tipo di dinamiche atmosferiche, rientra tra le più complesse previsioni che il meteorologo deve studiare e analizzare prima di sciogliere la prognosi. Dal momento che la natura della massa d’aria fredda, il lungo cammino che essa deve intraprendere prima di raggiungere il Mediterraneo e la sua interazione con la complessa orografia del nostro bacino rappresentano i tre pilastri portanti su cui poggia la previsione stessa, è necessario essere particolarmente attenti e cauti prima di parlare per esempio di “ondata di gelo” o addirittura di “nevicate in pianura” con largo anticipo, sbandierandole ai quattro venti magari usando termini roboanti e accattivanti. In primo luogo perché “freddo” e “gelo” non sono sinonimi e se si vuole utilizzare il secondo termine solo per attirare l’attenzione si finisce poi per fare disinformazione, allarmando inutilmente.


Nelle linee generali, possiamo dire che un’ondata di gelo è caratterizzata dall’avere temperature al di sotto dello zero per tutto l’arco della giornata o, al limite, temporaneamente di 1-2 °C sopra lo zero nel momento più caldo del giorno. Al contrario, un’ondata di freddo è caratterizzata dall’avere temperature sempre rigide nei valori minimi (per esempio sotto lo zero nelle aree interne e positive lungo le coste e ovunque inferiori alle medie stagionali), ma superiori a 0 °C nei valori massimi. Parlare quindi di “ondata di gelo” se i suoi effetti in Val Padana sono per esempio una minima di -3 °C e una massima di +5 °C diventa eccessivo perché altrimenti dovremmo ricorrere a nuove definizioni se per caso si dovesse registrare una minima di -8 °C e una massima di -1 °C: basterebbe guardare un atlante climatico per vedere come negli inverni di una quarantina di anni fa simili valori non erano affatto rari.
In secondo luogo, la previsione di un’ondata di gelo in arrivo sul Mediterraneo è legata a un complesso incastro di ingranaggi barici, in cui è la posizione dei centri di alta e di bassa pressione a costruire la strada per far muovere l’aria fredda verso l’Italia. In questo caso l’unico quadrante a cui dobbiamo guardare è quello nord-orientale che abbraccia la Russia e la Siberia: pensare quindi un canale barico che da quei settori della lontana Europa ed Asia arrivi fino a noi è come pensare ad un complesso intreccio di binari tra i quali ne esiste solo uno in grado di far giungere un treno sul Mediterraneo, proveniente proprio da quelle lande e con i suoi vagoni pieni di aria gelida. Se il treno parte e durante il tragitto viene effettuato anche un solo cambio di binario imprevisto, allora diventa alquanto probabile che il carico non arrivi più sul Mediterraneo e raggiunga invece un’altra zona, magari anche vicina a noi: quel cambio imprevisto non è altro che “quel battito delle ali di una farfalla” che ci ricorda come l’atmosfera sia un sistema caotico e sensibile alle condizioni iniziali, per cui basta un nulla per cambiare le sorti a lungo termine di un’evoluzione. Proprio per questo non si annunciano mai “ondate di gelo” spingendosi a distanze temporali superiori ai 5 giorni. Ricordiamocelo sempre! Anche la previsione di “nevicate in pianura” non è da meno quanto a complessità. Affinché il fenomeno si verifichi si devono incastrare, proprio come in un puzzle, molte tessere. Tra le più importanti ricordiamo la posizione del minimo di pressione, la temperatura della colonna atmosferica alle varie quote, la presenza di un cuscinetto freddo nei bassi strati, la temperatura di bulbo umido, l’intensità delle precipitazioni e la natura della massa d’aria in cui il fenomeno si viene a verificare e da cui dipende il tipo di precipitazione. Dal momento che è sufficiente avere una tessera “difettosa” per non riuscire a completare il quadro, è facile allora comprendere come risulti arduo affermare con largo anticipo che invece le tessere si incastreranno alla perfezione. Sempre per colpa di quel battito d’ali di farfalla...

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

Andrea Corigliano