Propongo un breve aggiornamento sull’evoluzione prevista per la fine della settimana perché i calcoli della modellistica numerica ci offrono ancora una volta uno spunto di riflessione su quanto sia spesso delicata la previsione per l’area del Mediterraneo e dell’Italia.
Partiamo innanzitutto da una breve descrizione sinottica della situazione prevista per sabato 23 e domenica 24 febbraio, quando sull’Europa centro-occidentale si completerà molto probabilmente la formazione a tutte le quote di un campo anticiclonico che inizierà nuovamente a intensificarsi da giovedì e che nel fine settimana dovrebbe posizionare i propri massimi in quota tra Francia e penisola iberica e al suolo tra Inghilterra e Polonia.
A causa di questa posizione assunta, sul fianco orientale di questa vasta figura di alta pressione scorreranno molto probabilmente correnti fredde, dirette soprattutto verso la Grecia e il Mediterraneo orientale, dove andrebbero ad alimentare una conca di bassa pressione.
Si può osservare come la nostra penisola, ancora una volta, si verrà a trovare nel limbo e contesa tra i due raggi d’azione: una sorta di “equilibrio precario” in cui basta poco per risultare più esposti alla circolazione anticiclonica più mite presente a ovest o a quella depressionaria più fredda presente a est.
Possiamo proprio renderci conto di questa precarietà e delle conseguenze annesse in termini di “incertezza della previsione”, andando proprio a osservare e a confrontare tra di loro gli scenari di ensemble (cioè di insieme) del campo di temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri) previsti su tre aree diverse:
sulla Francia (area 1) che si trova inglobata dai massimi del campo anticiclonico, sul settore adriatico centrale (area 2) che si trova al confine del raggio d’azione delle due circolazioni e sulla Grecia (area 3) che è invece completamente esposta al flusso freddo in ingresso all’interno della circolazione ciclonica.
Focalizzando allora l’attenzione per il 23-24 febbraio, si può osservare quanto segue: