Nei miei interventi ho fatto spesso uso di frasi che suggeriscono prudenza ogni qual volta desideriamo spingerci a delineare una previsione che va oltre i canonici tre giorni e che magari, come linea di tendenza, si spinge fino a una settimana. L’incertezza che infatti aleggia attorno ai calcoli dei modelli numerici aumenta più o meno velocemente man mano che l’orizzonte temporale si allunga e ciò dipende anche dallo scenario meteorologico che viene previsto: un periodo caratterizzato da condizioni anticicloniche è statisticamente più predicibile di uno in cui l‘atmosfera è particolarmente vivace e propone il passaggio in sequenza di diversi sistemi perturbati.
Quando i prodotti forniti dagli stessi modelli lasciano quindi intendere che l’incertezza è tale da confondere il segnale meteorologico e che quindi questa incertezza funziona un po’ come il rumore di fondo che copre un suono che ascoltiamo a malapena in modo confuso, allora è "doveroso aspettare ancora qualche giorno prima di sciogliere la prognosi", perché altrimenti si rischia di prendere lucciole per lanterne. Cioè di prevedere “neve e gelo” quando poi bastava aspettare qualche giorno per rendersi conto che si sarebbe trattato appena di un modesto calo termico accompagnato da nuvolosità irregolare. Aspettare prima di sciogliere la prognosi presuppone quindi l’attesa di un periodo più o meno lungo che è necessario ai modelli per calcolare nuovamente il futuro stato dell’atmosfera, partendo da nuovi dati aggiornati.
Così, aggiornamento dopo aggiornamento, la scadenza temporale per quella previsione prefissata si accorcia e tendenzialmente, ritornando alla metafora di prima, diminuisce anche il rumore di fondo che si sovrapponeva al suono: la previsione inizia così a diventare sempre più attendibile. Questi continui aggiornamenti possono quindi essere pensati come degli esami specialistici a cui viene sottoposto un paziente dal medico che vuole vederci chiaro prima di, appunto, sciogliere la prognosi. Quale medico, infatti, emette una "sentenza" sullo stato di salute del paziente senza aver condotto prima degli accertamenti, nel caso il quadro clinico sia poco chiaro?