Scienziati e storici si sono uniti per cercare di identificare quello che loro chiamano “l'anno peggiore in cui vivere” cioè il 536 dopo Cristo, almeno secondo un nuovo rapporto di Science Magazine. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Antiquity, quell'anno una massiccia eruzione vulcanica in Islanda fece esplodere nell'atmosfera una densa e pesante nuvola di cenere nera, avvolgendo l'emisfero settentrionale nell'oscurità, giorno e notte, per ben 18 mesi.
Altre due eruzioni nel 540 e 547 aggiunsero solo ulteriore materiale alla restante nube di cenere ancora esistente. Con il sole oscurato dalla cenere, le temperature ovviamente scesero drasticamente, portando a una diffusa impossibilità di coltivare le colture e quindi alla fame.
Nell'Impero romano d'Oriente, un'epidemia della peste bubbonica del 542 d.C. uccise milioni di persone e provocò un collasso economico che durò circa 30 anni.
"È stato l'inizio di uno dei peggiori periodi per esistere, se non l'anno peggiore", ha dichiarato Michael McCormick, storico e archeologo e che ha partecipato all'iniziativa dell'Università di Harvard di approfondire la scienza del passato umano.
In precedenza si pensava che l'eruzione fosse avvenuta negli Stati Uniti occidentali, ma in antiche carote di ghiaccio prelevate dal ghiacciaio del Colle Gnifetti, nelle Alpi svizzere, hanno trovato frammenti di vetro vulcanico che potrebbero essere ricondotti a rocce vulcaniche provenienti dall'Islanda.
"L'Islanda è molto più vicina alla Gran Bretagna e all'Europa nordoccidentale rispetto alla California, il che significa che l'impatto di questa eruzione sul clima in queste aree sarebbe stato molto più grande di quanto si pensasse in precedenza", ha dichiarato Christopher Loveluck, autore principale dello studio sull'antichità.