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Ghiaccio Artico, Marzo 2016, record di minima estensione del massimo invernale

Estensione del ghiaccio artico il 24 Marzo 2016Ogni anno, con il susseguirsi del ciclo stagionale, è normale avere una riduzione dell'estensione dei ghiacci artici nel periodo estivo, per poi raggiungere il valore massimo nel periodo invernale.

Ma secondo gli scienziati del NSICD e della NASA, nel 2016 il ghiaccio artico marino (quindi in pratica Groenlandia a parte) sembra aver raggiunto la più piccola massima estensione per il secondo anno consecutivo.

In particolare il 24 marzo il ghiaccio ha raggiunto 14.52 milioni di chilometri quadrati, battendo il record minimo dello scorso anno di 14.54 milioni di kmq. Il 25 febbraio si è avuto anche un record di "minimo/massimo" invernale dalle misure satellitari iniziate nel 1979.

A differenza dello scorso anno, il picco è avvenuto con ritardo rispetto alla media dei dati satellitari, il che probabilmente darà luogo ad una più breve stagione di scioglimento dei ghiacci nella prossima primavera ed estate.

Più in dettaglio: l'estensione massima del 2016 è di 1.12 milioni di chilometri quadrati al di sotto della media 1981-2010 di 15.64 milioni di kmq e 13000 chilometri quadrati al di sotto del precedente massimo più basso che si è verificato lo scorso anno. Ma forse il dato più eclatante è che le 13 più piccole estensioni del picco massimo sono accadute negli ultimi 13 anni...

Secondo NSIDC, l'estensione del ghiaccio marino è sotto la media in tutto l'Artico, tranne Mare del Labrador, Baia di Baffin e Baia di Hudson, mentre è stata particolarmente bassa nel Mare di Barents. Come notato da Ingrid Onarheim presso il Centro Bjerknes per la ricerca sul clima a Bergen, Norvegia: "Una diminuzione del Mare di Barents dell'estensione del ghiaccio di quest'inverno era stata prevista a causa dell'influenza delle acque calde dell'Atlantico dal Mare di Norvegia."


L'acqua di mare ghiacciato che galleggia sopra il Mar Glaciale Artico e nei mari adiacenti si scioglie durante la primavera e l'estate e cresce nei mesi autunnali e invernali, raggiungendo la sua estensione annuale massima tra febbraio e aprile.

Alcuni studi suggeriscono che è diminuito il flusso di calore delle acque calde dell'Atlantico e questo potrebbe portare ad un recupero di tutto il ghiaccio marino artico nel prossimo futuro.A dirlo è il ricercatore Julienne Stroeve, che aggiunge: "penso che potrebbe portare a una ripresa temporanea di estensione del ghiaccio invernale nei mari di Barents e Kara."

Naturalmente anche la minima estensione dell'anno dei ghiacci artici, che avviene a settembre, è presa in considerazione, specie nel 2005 quando si è avuto il minimo record rispetto al periodo di osservazioni satellitari. Record battuto anche nel 2007 e poi di nuovo nel 2012. Ma solo più di recente l'attenzione si è focalizzata al periodo della massima estensione di marzo. Le cose sono infatti cambiate lo scorso anno, quando il limite massimo è stato il più basso di tutti (sempre nell'ambito delle misure satellitari a disposizione).

"L'Artico è in crisi. Anno dopo anno, sta scivolando in una nuova condizione ed è difficile credere che tutto ciò non avrà un effetto sul clima in tutto l'emisfero settentrionale", ha detto Ted Scambos, NSIDC scienziato di punta.


Il ghiaccio marino svolge un ruolo importante nel mantenimento della temperatura della Terra perché la sua superficie bianco brillante riflette l'energia solare (albedo) che l'oceano altrimenti assorbirebbe. Ma questo effetto è più rilevante in estate, quando il sole è alto nel cielo nella regione artica, che in inverno, quando il sole non sorge per mesi all'interno del circolo polare artico. In inverno, l'impatto di perdere ghiaccio marino è per lo più sentito in atmosfera, ha detto Jennifer Francis, climatologo presso la Rutgers University a New Brunswick, New Jersey."Nei luoghi in cui il ghiaccio marino è stato perso, il mare fornisce più calore all'atmosfera perché l'aria è molto più fredda dell'acqua del mare scongelato", ha detto Francis. "Di conseguenza le zone con temperature dell'aria insolitamente calde nell'Artico si espanderanno. Inoltre saranno anche aree di maggiore evaporazione", con tutto quello che ne consegue in termini di calore latente, nebbie, nubi, ecc...